Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
357] e da ultimo gli portorno via una moneta dalla ciotola che lui tieneva sul tavolino e fuggirno più lesti del vento; e il Re rideva dall'allegria. La domenica doppo il Re daccapo dava la lemosina, e anco i bambini della Rosina ci viensano, ma con ordine di nun pigliar nulla, sicché il Re gli disse: - Me lo dite, bambini, di chi siete, ché oggi nun volete nulla da me? Arrispose il maggiore: - Lei è il mi' babbo, lo dice la mamma. E il più piccino: - Lei è il mi' babbo, la mamma l'ha detto. Scrama il Re: - Che siete un po' matti, i mi' bambini? Chi v'ha 'nsegno a parlare accosì? E quelli daccapo: - Lei è il mi' babbo, la mamma lo dice. - Lei è il mi' babbo, la mamma l'ha detto. E doppo se n'andorno di corsa. Il Re però diede ordine che il su' fidato camberieri gli seguitassi a gambe; e difatto successe che lui gli raggiugnette 'n sulla porta di casa. I bambini si messano attraverso e urlavano: - Ci piglia la mamma! ci piglia la mamma! - sicché viense la Rosina a vedere quel che era successo. Dice il camberieri: - Il Re mi' padrone vole sapere, perché questi bambini gli han detto: "Lei è il mi' babbo." Arrispose la Rosina: - Loro gli han detto accosì, perché è vero. Domandategli da parte mia a Sua Maestà, se lui era ammattito quando scrisse ch'i' fussi bruciata assieme co' mi' figlioli! Deccogli qui i mostri orrendi ch'i' feci. A male brighe che il Re sentiede l'ambasciata della Rosina la volse vedere, e lei si buttò 'n ginocchioni e scramò: - Tutti questi mali m'èn' successi per gastigo dell'ammazzamento della mamma, abbeneché nun fussi capace di capirlo allora 'l male. Ma che nun è vero quel che m'hann'apposto de' mostri, lei, Maestà, se n'accorge da sé co' su' occhi. Insomma si scoprirno tutt'i tradimenti della Regina vecchia, e anco il postiglione s'arricordò che aveva dormito in nel convento e che dicerto lì dientro la Regina gli scambiava le lettere della Corte con quelle sue false. Doppo, il Re con gran treno e grandi allegrie fece ritorno a casa sua, e prima si fermò al convento per ragionare con su' madre: - Oh! che sie' tornato! - gli scrama un po' 'n sospetto che lui potessi cognoscere tutte le su' billère. Dice il Re: - Sicuro che son torno, e assieme alla Rosina e a' mi' bambini che ho ritrovo. Ma lei come fu [358] ardita di scrivere