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gli verciava giù dalle vene; e poi la strada per rivienire a casa nun gli rinuscì trovarla come quell'altre volte, perché il panico l'avevan beccato gli uccelli. Dunque, disperata e mezza svienuta dal sangue perso, dalla fame e dalla sete, si buttò 'n ginocchioni a singhiozzare, e diceva: - Mi sta bene! È il gastigo del mi' delitto, per quel gran peccato della mamma ch'i' ho morta per dar retta a quella birbona di matrigna. I' me lo merito, sì, di morire qui sola e dibandonata. Sia fatta la volontà del Signore. Ma in quel mentre che la Rosina piagneva a quel mo' pentita del male fatto, abbeneché 'nsenza su' colpa, perché lei era troppo creatura innocente per cognoscerlo a quel tempo il male dal bene, deccoti gli apparì dinanzi a lei una Vecchina garbosa e linda che tieneva un pianerino infilziate in un braccio. Dice: - Che ha' tu, bambinuccia? - Oh! nonna, - lei arrispose, - i' ho un gran delitto addosso. La matrigna prima che sposass'il mi' babbo mi mettiede su perché ammazzassi la mi' poera mamma, e ora nun m'ha volsuta più 'n casa e m'ha concio accosì. I' piango per questo, e la mi' brama è di morire. Dice la Vecchina: - Nun ti sgomentare, bambinuccia! Te fa' bene a pensarci sempre al tu' peccato; è segno di bon core e di pentimento. Ma i' ti vo' aitare, perché te ti penta anco meglio e te sia perdonata un giorno o l'altro da chi pole. Intanto i' t'ho riporto la tu' mana per rimetterla al su' posto. Porgi 'l braccio. E 'n quel mentre la Vecchina tirò la mana fora dal pianerino e la rappiccicò al braccio della Rosina; poi gli diede robbe da mangiare, e i ferri e del filo perché facessi la calza. Dice: - Decco, i' vierrò qui a vederti tutt'i giorni all'undici, e del mangiare e del lavoro nun te ne mancherà. Infrattanto aspetta la tu' sorte, e pensa ugni sempre al tu' peccato. Addio. - A rivederci e grazie, - arrispose la Rosina, - e nun vi dubitate ch'i' starò all'ubbidienza. Delle settimane ne passorno, e la Rosina 'gli abitava lì nel bosco, e la Vecchina, come gli aveva imprumesso, andeva a trovarla ugni mattina all'undici e a ragionar con seco; quando un giorno a levata di sole comincia una canizza e un gran rumore per la macchia, sicché la Rosina dalla paura si niscondette dientro una fratta. 'Gli era il Re di que' posti, che si spassava a caccia assieme alla su' Corte. Successe che i cani