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347] 'gl'inventorno al Re che lui aveva detto d'esser togo a portar via per insino l'Orco vivo e la su' moglie doppo di lui; e quell'allocco di Re ci credette alle parole de' su' servitori, e volse che Orlandino facessi diviato quel che loro gli aveano rapporto. Ma quel Vecchino l'aitò anco questa volta, e Orlandino si vestì da legnaiolo e accosì trasficurito andiede alla scoperta dall'Orco. Dice l'Orco: - Che vo' tu da me? Dice Orlandino: - I' vi domanderei un piacere e vi do pure una bona nova, perché me lo fate con più genio. Dice l'Orco: - Parla chiaro. Che cerchi? - I' cerco del legno pulito, - arrisponde Orlandino, - per una cassa da morto. È sbasito 'n casa del Re il vostro nemico, Orlandino, quello che v'ha porto via tanta bella robba. Scrama l'Orco: - Ma propio? Vieni, vieni pure, ti do 'l legno che te vòi e lavoralo qui a tu' piacimento. A male brighe che Orlandino 'gli ebbe il legname principiò la lavorazione, e finita la cassa dice all'Orco: - Su per giù Orlandino 'gli era come voi alto. I' vorre' saper giusto se la cassa i' l'ho chiappa a misura e vo' poteresti sdraiarvi lì dientro per una prova. L'Orco per contentarlo quel finto legnaiolo si stendette lungo quant'era in nella cassa e ci nentrava per l'appunto. Dice 'n quel mentre Orlandino: - Decco! Se vi garba il mi' pensieri, perché nun lassate ch'i' vi porti qui serrato 'nsino al palazzo del Re? Vo' potete accosì godere della vista d'Orlandino morto e seppellito. Nun dubitate, quand'i' son là, i' lo trovo io un logo per niscondervi. - Mi garba, sì, - scrama l'Orco insenz'addarsi della celia, - e serrami bene, ch'i' viengo con teco volentieri. E a questo mo' gli riuscì a Orlandino di rubbare anco l'Orco, e arrivo al palazzo, con la scusa che l'Orco la voleva, obbligò doppo l'Orchessa pure a andarci con le su' gambe. Quando l'Orco s'accorgette della birbonata s'arrabbiò a bono, massime nel cognoscere che Orlandino era quello che glie l'aveva fatta; ma oramai nun potette più scappare, e il Re lo mettiede assieme all'Orchessa in una stanza, ché tutti vedessan que' da' brutti animali. A Orlandino poi il Re gli regalò dimolti quattrini, e fecian gran trionfo e allegrezza a dispetto de' servitori astiosi; anzi a loro gli toccò a star sottoposti a Orlandino, che per la su' bravura comandava quasimente alla pari del Re.