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343] letto la tremarella non gli mancava, e più gliene viense quando sentiede l'Orco nentrare 'n cambera per dormire e che disse all'Orchessa: - Catèra, e' mi pare che ci sia del puzzo di cristiano. - Che! va' via! Te sbagli, - arrispose l'Orchessa. - Te ha' bevuto troppo a cena. Insomma l'Orco e l'Orchessa si spogliorno e si messano nel letto e di lì a un mumento russavano tutt'addua. A male brighe che Orlandino s'accorgette che l'Orco e l'Orchessa gli erano appioppati a bono, subbito sporse fora una mana e per una cocca tirò il copertoio dal lato dell'Orchessa. A quel moto si svegliò l'Orco e disse: - O Catèra, che lo vo' tutto per te il copertoio? Arrisponde la Catèra: - Ma che boci, s'i' nun mi bucico? E si riaddormono; e Orlandino lesto, daccapo dà un'altra stratta al copertoio. Allora l'Orco stizzito scrama: - Oh! 'gnamo via! Piglialo tutto e famola finita; - e con una mano scaraventa il copertoio in sulla Catèra e il copertoio in scambio casca per le terra. Era quel che voleva Orlandino, che appena sentuti que' dua riappioppati, sortì pian piano di sotto 'l letto, prendette il copertoio e scappò addirittura. A giorno all'Orco gli parse d'aver fresco, sicché disse alla Catèra: - Fammi 'l piacere, giacché tu te lo sie' goduto tutta la notte, rimettimelo un po' addosso il copertoio. Arrisponde l'Orchessa: - I' nun ho goduto di nulla; tu l'ha' butto per le terre e no su di me il copertoio. - Allora scendi giù e raccattalo, - disse l'Orco. Ma l'Orchessa, cerca di qua, cerca di là, il copertoio nun lo trovava. - Ma 'n dove 'gli è ito il copertoio, che 'n terra nun c'è? A queste parole l'Orco si scionna e salta 'l letto, e subito scrama: - Me l'hanno rubo. Non vedi, la porta di casa nun è serrata. E 'nsenza 'ndugio l'Orco corre alla finestra e urla: - Orlandino! - Chene? - arrisponde Orlandino, rivoltandosi da lontano. - Quando ci torni? - domanda l'Orco. E Orlandino: - Un giorno dell'anno, ma nun so quando, - e se ne va. Arrivo che fu Orlandino dal Re, gli presentò il copertoio dell'Orco e il Re n'ebbe gran contentezza; ma a' servitori gli crescette l'astio a doppio, e fecian di tutto per levarselo di tra' piedi quel poero giovanotto, e ritornorno dal Re a dirgli che Orlandino, sempre più insuperbito della su' 'mpresa, s'era [344]