Pagina:Nerucci - Sessanta novelle popolari montalesi.djvu/355

[338] si picchiava le mane nel capo, e dientro una cammera il medico e il prete con la su' stola che raccomandava l'anima alla Principessa distesa in nel letto. Scrama: - Presto, fratelli, o nun siemo più 'n tempo. La Principessa è lì che tira l'ultimo fiato. Presto, corriamo via, che c'èn' più di cinquanta miglia da fare. Dice il fratello maggiore: - Eh! nun sgomentarti, che a tempo s'arriverà. Su! tutti co' piedi in nel mi' tappeto. E accosì in un battibaleno furno in cammera della Principessa, e il fratello più piccino a male brighe nentrato cava dalla scatolina un chicco d'uva salamanna e lo mette 'n bocca dell'ammalata. A quel tocco lei nel mumento si scoté e aperse gli occhi; al secondo chicco rinviolì, e al terzo 'gli era bell'e guarita da saltar giù 'n piedi e domandare che la vestissan le su' camberiere. Figuratevi che allegrezze! Ma doppo principiorno i contrasti de' tre fratelli. Dice il più piccino: - La vittoria 'gli è mia e la Principessa tocca a me, perché insenza le mi' chicca d'uva salamanna lei nun c'era arte che la potessi rinsanichire. - Dice 'l mezzano: - Ma s'i' nun avevo il canocchiale per vedere tanto da lontano la Principessa 'n fine di vita, le tu' chicca non servivano a nulla; e però i' ho vinta io e la Principessa 'gli è mia. Dice il maggiore: - Le vostre ragioni a petto del mi' tappeto nun valgano, cari fratelli; perché se nun c'era verso di corrire qui subbito in cammera della Principessa, il canocchiale e le chicca dell'uva salamanna ve gli potevi anco friggere. Dunque, Sua Maestà la deve dare a me la su' figliola. E lì letica pare, e durorno de' giorni a battibeccarsi, e nun ci fu giudice, che sapessi mettergli d'accordo. Il Re propio aveva perso il capo, perché a lui i tre regali de' fratelli gli parseno tre cose necessarie e che disseparati perdevano il su' merito; sicché da ultimo almanaccò un rimedio. Dice: - Bene! fate il gioco della balestra, e chi tira più lontano pigli la mi' figliola per isposa, e finimogli accosì questi contrasti. Al comando del Re viense subbito ammannito ano strebbiaccio per il gioco della balestra, e alla presenzia del popolo i tre fratelli si mettiedano alla prova. Tira il primo, e va col su' ferro auzzo dimolto lontano; tira il secondo, e va più lontano del primo; tira il più piccino, e il ferro gli andette tanto ma' lontano per il bosco, che a nimo rinuscì vedere in dove