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ncontro quando lo rivedde, e scramò: - I' credevo che te fussi morto. Addove sie' stato tuttala notte con quella burrasca? Arrisponde lui: - I' ero a star bene, mamma. - Come? - domandò la Regina 'nsospettita. Dice il Re: - I' ho trovo albergo 'n casa di bona gente, che m'ha tienuto allegro e consolato. Fu la prima volta ch'i' ero contento doppo morta l'Uliva. Ma l'Uliva, nun è egli vero, mamma, che morì? - Che domande ènno le tue? - disse la Regina. - Il popolo tutto pur troppo fu anco presente al funerale e alla sepoltura dell'Uliva e de' su bambini. Dice il Re: - Ma questa sepoltura addov'è? Insegnatemela, ch'i' ci metta de' fiori sopra e m'inginocchi lì per amore alla mi' sposa. Scrama la Regina incattivita: - Te mi pari un lercio e uno schifo a vienir fora con questi sospetti, che tu ha' l'aria di nun ci credere alle mi' parole. Allora il Re un po' riscaldato arrispose: - 'Gnamo, nun v'arrabbiate, mamma, e finimola con questi fingimenti. Badate qui s'i' ho ragione di sospettare! E 'n quel mentre nentrano l'Uliva co' ragazzi. La Regina rimanette di sasso, e all'ardire di prima corse dietro la paura del gastigo; ma l'Uliva fu lesta a dire: - Lei nun abbia temenza. Del male nun s'ha idea di farglielo. Oramai quel che è stato, è stato, e i' nun me n'arricordo più. Tutti pace e d'accordo per il seguito. Accosì s'abbracciorno e si perdonorno tra di loro l'offese, e stieduno assieme insenza letigi per il resto della vita.