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affo, [333] perché smettiate di seccarmi, vo' avete a pregarmi sempre della novella. Badate d'ubbidirmi per filo e per segno. Arrisposano i ragazzi: - Sì sì, mamma, vi si contenterà. E 'nfatti i ragazzi rivienuti in nel salotto con l'Uliva cominciorno a bociare: - Mamma, arraccontateci una delle vostre novelle maravigliose. - Ma che vi pare! - dice l'Uliva. - Ora è troppo tardi, e questo signore si seccherebbe, stracco com'è a stare a sentire delle giuccate da ragazzi. - Ma sì, mamma, fatecelo questo piacere - dissano secondo l'accordo i ragazzi. E l'Uliva: - Se vo' nun vi chetate, i' vi do un par di stiaffi. Ma allora il Re nentrò di mezzo e disse: - Ma contentategli pure questi be' vostri figlioli. I' nun n'ho voglia di dormire; mi garba la vostra presenzia, perché mi ricorda la mi' povera moglie, e a sentire una bella novella ci ho gusto anco io. Raccontatela pure, ch'i' l'ascolterò dimolto volentieri. Pregata dunque a quel mo', l'Uliva si mettiede a siedere e diede principio alla su' novella, e questa era il racconto della su' vita passata; il Re via via che lei diceva, ugni tanto scramava: - Tirate 'nnanzi. E poi? E abbeneché capissi che si trattava dell'Oliva, steva sempre in ne' dubbi per via delle mane; finalmente domandò: - Ma delle mane che ne fu egli? - Le mane a quella sposa della novella, - arrispose l'Uliva, - gli arritornorno per virtù della Vecchina che lavava i panni alla bozza nel bosco, e la sposa con le su' mane rinsanichite deccola dinanzi a' vostr'occhi, Maestà. - Dunque vo' siete l'Uliva e questi i bambini mi' figlioli? - disse 'l Re, e s'abbracciorno e baciorno tutti con grand'allegrezza, contenti d'essersi ritrovati doppo tanto ma' tempo. Dice il Re: - Ma ora bisogna ritornare al mi' palazzo, e la Regina mi' madre la pagherò io secondo il merito delle su' birbonate. - Oh! questo poi no, Maestà! - disse l'Uliva. - Se lei mi vole propio bene, mi deve imprumettere sulla su' parola, che alla su' mamma nun gli darà nissun gastigo, e neppure noia. Lei, poera vecchia, ha le su' idee; forse credé di far bene per lo 'nteresso di Sua Maestà. Dunque la lassi campare, ch'io per me nun gli vo' male alla Regina e gli perdono di tutto core. Intesi a questo mo', la mattina il Re con la su' famiglia arritornò al palazzo, ma della su' scoperta nun gli disse nulla alla Regina. Lei gli andiede [334] '