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Passato del tempo, quando il bambino della Principessa arrivò a du' anni finiti, il Re che si struggeva di sapere chi era il su' babbo, fece attaccare per tutt'i canti del Regno un bando: - Che a un giorno fissato s'adunassino in Corte tutti i signori e cavaglieri, e che lui 'gli arebbe concesso per isposa la su' figliola a quello tra di loro stato iscelto dal bambino con una palla d'oro che gli voleva mettere in nelle su' manine. In nel sentire quel bando, anco Gianni pensò d'andare alla Corte, e si mettiede addosso i meglio vestiti, e gli rinuscì bucare insenz'esser visto in nella sala dell'adunanza, addove in mezzo su d'un tappeto c'era sieduto il figliolo della Principessa con la su' palla d'oro infra le mane; e abbeneché Gianni si fuss'accoccolato in un cantuccio, nunistante il bambino lo trovava sempre e la palla d'oro la deva a lui. Figuratevi lo stupore di quel Re e di que' signori! La Principessa poi diventava quasi matta in nel vedere la trascelta del su' figliolo, perché lei Gianni nun l'aveva cognosciuto mai nemmanco per prossimo, e Gianni pure raffermava che lei diceva la verità; ma diceva: - I' son tavìa il babbo del bambino. Finalmente, tutti incattiviti a bono, a spintoni discacciorno Gianni fora di lì, e il Re sentenziò che quell'adunanza nun gli garbava più per via di quello scangeo, e che lui voleva farne un'altra quando il bambino 'gli era più grande; tra un anno almanco. E l'anno fece presto a passare e i bandi viensano appiccicati al solito alle cantonate del Regno, sicché anco Gianni ci volse arritornare al palazzo. Ma prima andiede al fosso del Pesciolino e lo chiamò come lui gli aveva insegnato:
Pesciolino, mi' amante, Saresti a me costante? Mi faresti la carità?
Dice il Pesciolino: - Che vo' tu, Gianni? Dice lui: - Voglio diventare un gran signore, con di be' vestiti, cavalli, la carrozza co' servitori, cucchieri e cacciatore, e tutti in livrea. Domanda il Pesciolino: - Per farne che di tutta questa robba? E Gianni allora gli raccontò quel che gli era intravvienuto con la figliola del Re, e che lui e' l'aveva ingravidata per virtù del su' amante Pesciolino, e 'nsomma gli scoperse ugni cosa. Dice il Pesciolino: - Va', mi' Gianni, che te siei [