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307] e però ènno ciechi a bono. Ma in nelle Corti degl'invidiosi ce n'è a dovizia, e tutti gli altri servitori gli astiavano all'arrabbiata Fiorindo, perché il Re se lo tieneva ugni mumento d'attorno e si confidava con lui su' tutte le cose. Cominciorno dunque a fargli la spia, e a riportare al Re che Fiorindo s'ardiva di fare all'amore con la Principessa su' figliola. - Che! - arrispondeva quel Re mammalucco. - Questo poi nun lo posso credere, che la mi' figliola sia tanto isciaurata da mettersi a discorrere con un camberieri. Ma la badaron tanto quegli astiosi Chiara Stella, che una sera la fecian trovare assieme con Fiorindo in nel mentre che loro, insenza sospetto, parlavano alla ristretta. A quella vista il Re impermalito che lo tradissano in salla su' fede, subbito pensò al gastigo, e diede ordine che Chiara Stella fusse dilontanata dal palazzo e mandata dal fratello del Re, che pur lui era Re del Portogallo, e gli scrisse che si compiacessi di tienerla ben custodita. Sì, sì, tienetegli anco 'n prigione sotto terra gl'innamorati, che tanto loro il modo di darsi le novità e' lo trovano! Cominciorono dunque a scriversi tra Fiorindo e Chiara Stella, ma una di queste lettere capitò in nelle mani d'un servitore che la diede al Re. Dice il Re: - 'Gli è una lettera di Chiara Stella! - e gli viense a lui tanta rabbia, che l'amore per Fiorindo e' lo trasmutò in barbarità. Lo fa chiamare e gli dà una lettera sigillata da portarla al Re del Portogallo, e c'era dientro scritto, che 'l currieri dovess'essere impiccato nella settimana. Oh! badate la bella sorte degl'innamorati! Fiorindo arriva alla città del Re del Portogallo, e' ncontra appunto Chiara Stella che in certi chiostri spasseggiava con la su' guardiana. Quando si veddano, che feste che allegrie! Fiorindo gli sporse la lettera di su' padre, ma Chiara Stella n'ebbe sospetto, e insenza cancugnare l'aperse e ci legge quella po' po' di birbonata. Figuratevi, che pena! Imperò il giudizio nun lo perdiede. Lei scriveva come su' padre, sicché strappò quella brutta lettera e ne scrisse un'altra, in dove ci diceva: "La mi' brama è di sposare Chiara Stella a un valoroso cavaglieri. Fatela tra una settimana giocare alla giostra, e chi la vince sia sua." A male brighe che il Re del Portogallo gli ebbe in nelle mane questa lettera falsa, subbito bandì la giostra per tutto il Regno, e ci corsano baroni e cavaglieli di [308]