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291] coraggio e mettiede i piedi in sul ponte; e il primo fabbro a bucarlo nello stomaco, nelle braccia; ma lui con l'unguento guariva in nel mumento le piaghe. E accosì valicò il ponte, abbeneché quegli altri du' fabbri accaniti gli sforacchiassino le gambe, le mane e la testa. Quando fu di là dal ponte, il giovanotto si trovò dientro a un bellissimo giardino di piante e di fiori rari, con vasche piene di pesci di tutti i colori e uccelli che cantavano su per gli alberi, e una viottola guarnita di rose e di gelsumini menava a un palazzo stupendo, addove la prima porta 'gli era d'argento, e quella di mezzo d'oro massiccio, e l'ultima di cristallo. Il giovanotto con una bacchettina picchiò alla porta d'argento e subbito gli viense aperto. Che ti vo' vedere! C'era un branco di ragazze d'una bellezza propio di paradiso, che te lo pigliorno il giovanotto per le braccia e lo mettiedano in nel palazzo: - Bravo! bravo! qui nun ci si patisce di nulla e nun si fa che godere. Vieni, vieni dalla padrona che t'aspetta. - Accosì il giovanotto arritrovò la su' amante e steva con lei notte e giorno, e il tempo gli passava tra le delizie d'ugni sorta insenza che lui se n'accorgessi. Ma che volete! Anco il troppo godere agli uomini viene a noia. Il giovanotto principiò a ripensare alla 'mprumessa d'arritornare a casa fatta a su' madre e a su' padre, e volse andare a rivedergli. Tutte quelle belle donne badavano a dirgli: - Nun te n'andare, che tanto gli è inutile. A quest'ora son tutti morti ne' tu' paesi. - Come! - arrispondeva lui. - Oh! quanto 'gli è chi son qua dientro? E quelle: - Dimolti anni. Ma quando si sta bene nun ci se n'avvede. Dacci retta, nun andar via. Bada, che a sortir di qui c'è la morte che t'aspetta. - Ma lui ostinato nun ci voleva credere, e nun ci fu verso di trattenerlo, sicché quelle donne gli dissano: - Fa' dunque a modo tuo; ma te ne pentirai troppo tardi. Ma per farti capace di quanto ti si vole bene, prendi questa cavalla rossa, montaci su e nun iscender mai; se tu scendi, sie' morto. Il giovanotto le ringraziò e si mettiede in sulla sella, e po' via. Passa la viottola, passa il giardino, passa il ponte; e quando fu di là vedde un contadino che guidava un par di bovi magri aggiogati a un carro pieno di sacca, e le sacca gli cascavano infra le rote: - Aiuto, aiuto! - sbergolava quel contadino; sicché il giovanotto [292]