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289] la fame nun gli mancava davvero. Doppo, chiama, aspetta, tutto inutile, nissuno viense a domandargli quel che lui voleva; sicché, stracco, pensò meglio di pigliare un lume, cercarsi una cammera e buttarsi a dormire. Dice: - Domani pagherò il conto. A levata di sole il giovanotto si sveglia, nesce di letto e in nel salotto trova la culizione bell'e ammannita; lui credeva di vedere almanco qualcuno. Che! niuno gli si presenta. Dice: - Oh! che lavoro è egli questo? Che sia il palazzo degli 'ncanti? Basta! qui ci sto bene e qualcosa poi succederà per sincerarmi di queste meraviglie. Se c'è spesa, i' pagherò quando vengano a portarmi 'l conto. Piglia dunque uno stioppo e se ne va a caccia per insino all'ora di desinare; e, per nun farla tanta stucca, vo' dovete sapere che lui né al desinare, né alla cena nun potiede riscontrare mai qualche abitante del palazzo, e però la sera, insenza più confondersi, prese il solito lume e se n'andette a letto diviato. Dice: - Sarà quel che sarà. Nun erano dimolte ore che il giovanotto dormiva, quando in sulla mezzanotte gli parse di avere una persona a lato. Lui tasta e sentiede bene che 'gli era una donna, e questa donna lo lassò fare a su' modo e nun gli disse mai nemmanco una parola; sicché lui, incuriosito, battiede l'acciarino per accendere il lume e vederla; ma la donna la sparì a un tratto prima che lui avessi 'l tempo di guardarla. Anco la sera doppo, abbeneché ci mettessi tutto lo 'ngegno, nun ci fu verso che il giovanotto fusse bravo a scoprire quella che andeva a tienergli compagnia dientro al letto. Allora lui pensò di preparare un moccolino e far le finte di dormire forte; e difatto, la notte finiti i soliti complimenti il giovanotto ficurava di russare a bono, e quando s'accorgette che la donna 'gli era addormita davvero, pian pianino accese il moccolo e tirò giù le lenzola. Che stupore! Delle donne a quel mo' in nel mondo nun se ne trovano! Co' capelli biondi come l'oro, fresca rosata, pienotta e fatta proprio con lo scarpello! Il giovanotto chinato su lei la divorava con gli occhi; ma per su' disgrazia nun abbadò al moccolino, e una gocciola di cera brucente viense a cascare in sullo stommaco di quella bellezza, che si riscoté e si svegliò. Scrama tutta impermalita: - Briccone! tu m'ha' tradito. Sie' stato troppo curioso e la contentezza d'avermi 'n segreto nun t'è bastata. Dunque ti [290] diban