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263] parlare. Il servitore ubbidiente va e chiama Germano e lo fa salire alla presenzia del Re, e il Re gli disse: - Chi siei e d'addove vieni? Il babbo la mamma gli hai? E loro che mestieri fanno? Dice Germano: - I' sono figliolo di du' boscaioli, ma il nome di loro i' nun lo so, non l'ho ma' sentuto arricordare. Io mi chiamo Germano e i' sono figliolo unico, e son fuggito da casa e, cammina cammina, mi sono sperso. Nun so nemmanco in che paese i' ero. Dice il Re: - Vo' tu stare al mi' servizio? Dice Germano: - Sì, volentieri, perché fino a ora i' ho campato con la limosina.' A farla corta, Germano fu messo per mozzo di stalla, e doppo qualche mese lui passò aiuto del coco, poi diviense credenzieri di Corte, e il Re gli deva un bon salario. Ma lui ci s'era annoiato lì, e un giorno disse al Re: - Senta, Maestà, i' me ne vo' ire, perché a servir accosì m'annoio. Dice il Re: - Ma come mai? Eppure i' ti do un bon salario e nun ti manca nulla. - Tant'è, - arrisponde Germano, - che vôle? I' nun posso durarla a questo mo'. Dice il Re: - Ma che faresti volentieri qualche altr'arte? Dice Germano: - Per dire il vero, mi garberebbe la vita del militare. Dice il Re: - I' ho da contentarti a tu' piacimento. Nentra nell'esercito e addio. Dunque Germano nentrò soldato comune nell'esercito e in pochi anni diviense Maggiore, e quando fu Maggiore, un giorno il Re lo fa chiamare e gli domanda: - Dimmi un po', Germano, ma che a' tu' genitori nun ci pensi mai? Nun t'è egli ma' vienuto in capo di ricercargli? - Altro, Maestà; 'gli è il pensieri mio d'ugni mumento, - arrispose Germano; - ma i' non so che strada prendere per ritrovargli questi mi' genitori. Dice il Re: - Piglia quel che t'abbisogna e va' a vedere se tu gli trovi; e se tu gli trovi, menamegli qui. Germano dunque, avuto il permesso del Re, trascelse a su' fido compagno un vecchio Capitano, e tutt'addua montati a cavallo sortirno per tempo la mattina dalla città. Dice il Capitano: - Ma sie' sicuro, Germano, che quest'è la porta d'addove la prima volta te nentrasti in questa medesima città? - Sì, sì, ne sono sicuro, e nun mi sbaglio dicerto, - gli arrispose Germano. Camminorno dimolto tempo, de' mesi, e finalmente Germano e il su' compagno arrivano a un lego deserto e [264] salvatico a piè