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addove loro mettevano i piedi e addove gli spigneva la fortuna. A un tratto gli parse di scorgere un lume da lontano e s'avviorno per laggiù, e doppo un po' di tempo arrivano a una capanna di frasche, che dientro c'era un Eremita vecchio in ginocchioni a fare orazione, e con una barba bianca lunga lunga che gli scendeva in sul petto. Dice Adelame: - Abbiate, padrino, la finezza di ricoverarci questa notte; no' siemo du' smarriti e nun si sa in dove battere il capo. Alza gli occhi l'Eremita a quello parole e guarda Adelame e l'Adelasia, e poi scrama: - Sciaurati! che avete vo' fatto? Rimasero sbalorditi i du' amanti e come di sasso in nel sentire un simile saluto; ma l'Eremita seguita a dire: - Sciaurati! vo' siete in peccato. Vo' avete trasgredito alla legge umana e alla legge divina. Alla legge umana, perché disubbidisti al padre e al Re, e sappiate che il Re vi fa cercare dappertutto per darvi la pena di morte. Alla legge divina, perché vo' siete assieme insenza essere moglie e marito. Que' dua allora, tutti 'mpauriti, gli si buttano a' piedi, e lì a scongiurarlo l'Eremita, che gli aitasse in qualche mo', che oramai il male 'gli era fatto e nun e' ora più rimedio. Dice l'Eremita: - Ma che veramente volete vo' essere sposi? Risposano assieme: - Sì, sì, sposi e per sempre. - Ebbene! - dice l'Eremita, - i' vi sposerò io, o per questa notte i' vi darò ricovero; ma domani bisogna che andiate via, perché qui con meco vo' nun ci potete stare. Allora l'Eremita gli sposò e gli benedisse, e gli mettiede a dormire in su dello foglie in un canto della capanna, e quando poi fu giorno, Adelame e l'Adelasia dovettano dilontanarsi, doppo ricevuta un'altra nova benedizione dall'Eremita. Ora 'gli è tempo di sapere che infrattanto al Palazzo reale gli eran iti a portar da culizione alla rota della cammera dell'Adelasia; ma la culizione e' v'era sempre lì ferma al mumento del desinare. Impauriti i servitori vanno subbito dal Re e gli raccontano quel che è successo. A questa nova il Re ordinò che la cammera s'apra per vedere se la su' figliola ha male; rientrati però dientro, tutti s'accorgono che la ragazza gli è scappata via e che nun c'è più nimo. Figuratevi! Il Re montò sulle furie, che pareva un cane arrabbiato, perché luì capì che l'Adelasia gliel'aveva menata con seco Adelame; sicché mandò [261]