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ragazza e la sposerò. Insomma, doppo dimolti contrasti bisognò che la Regina si chetassi, perché il Re volse fare a modo suo: e difatti, passati diversi giorni, il Re ordinò un bel corteo, e pigliata la su' ragazza con la carrozza, la menò al palazzo e gli diede l'anello di sposa. Ma la mamma di lui nun poteva patire questa sposa, e a mala pena la guardava, e sempre la trattava come se lei fusse stata una serva. Infrattanto un Soprano che steva lì vicino, mové la guerra a questo Re, sicché al Re gli conviense raunare i soldati e portarsi a combattere i su' nemici: prima però di partirsene fece dimolte raccomandazioni, perché gli tienessin bene la sposa che già era gravida e vicina a parturire, e comandò che gli scrivessano quando lei aveva partorito; anco volse che gli custodissan bene la su' cagna da caccia, lei pure gravida nel mese: doppo, assieme con l'esercito il Re se n'andiede a dar battaglia al confino del su' Regno. In quel mentre dunque che il Re si trovava laggiù negli accampamenti, alla Regina sposa gli cominciorno i dolori, sicché la messano a letto e subbito chiamorno du' balie per assisterla. E dapprima lei parturì un bel bambino con tutti i capelli d'oro; poi, una doppo l'altra, du' bambine co' capelli parimente d'oro e di più con una stella luccichente in sul capo. La Regina vecchia, quando vedde che la nora la 'mprumessa fatta al su' sposo l'aveva mantienuta, crepava dalla rabbia, e tutta invelenita pensò di tirarne vendetta con un brutto tradimento: corse subbito al canile addove la cagna del Re aveva parturito tre cagnolini, gli prese 'n braccio e d'accordo con le du' balie gli mettiede dientro al letto della sposa in scambio de' su' figlioli, e questi che qui ravvoltolati in de' cenciacci gli serrò in una cesta, e gli fece buttare nella gora che passava a piè del Palazzo; doppo riviense in cammera della sposa. Dice la sposa: - Oh! fatemegli vedere i mi' bambini. Dov'ènno, che nun gli sento? Allora la Regina vecchia, con un risuccio lutto dispettoso: - Eh! sì, che ve ne potete tienere de' be' figlioli che vo' avete regalo al Re vostro marito! Nun ve gli han fatti vedere per nun darvi ascherezza. Ma tanto nun c'è rimedio, e bisogna bene che 'n tutti i modi vo' gli vegghiate. Belli! badate qui, che be' canini v'ènno sortiti di corpo. A quella vista la sposa si sviense e gli nentrò una gran [