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215] dunque il Magnano disse un giorno all'Angiolina: - Sai, moglie? Siccome i' vo' via per una gita lunga e ti possan anco mancare i quattrini, intendo e voglio che te andìa dalla Regina a chiedergli da lavorare. Nun ci pensar tanto su, e ubbidisci. Abbeneché all'Angiolina questo passo gli dispiacessi a bono, nun ci fu versi di scansarlo e bisognò che s'avvilissi col mostrar la faccia in ficura di pitocca, lei figliola d'un Re. E anco peggio gli accadette: perché in nel mentre che la Regina la compativa e era contenta di vederla, il Re giovane nun si peritava di spregiarla e dargli per insino degli spintoni, e bociava: - La figliola d'un Re sposa d'un Magnano! Oh, che vergogna! Ma lei arrispondeva: - Guà! mi garba e gli vo' bene. Ognuno ha' e' su' gusti. Infrattanto l'Angiolina ingravidò, e il Magnano gli disse, che lui 'gli aveva finiti i quattrini, e che per rifargli bisognava che lui si mettessi 'n viaggio col su' paiolo e gli arnesi 'n ispalla, e che nun l'aspettassi tanto presto di ritorno: - Ma per campare i' te lo 'nsegno io il ripiego. Domani 'gli è festa. Sorti di casa e mettiti davanti a quel pizzicagnolo che sta 'n sulla strada maestra, e quando passa la pricissione e lui nun vede, rubbagli il pane e portalo niscosto con teco sotto il grembio. Scrama l'Angiolina: - Dunque vo' volete che divienga ladra? Anco questo disonore m'ha da toccare. Poera disgraziata! A che mi son ridutta co' mi' capricci. Ma l'apporsi con delle bone ragioni e con le suppliche nun gli valse, perché il Magnano nun gli diede punto retta e la sforzò all'ubbidienza. Figuratevi che pene! E poi quando lei arritornò al palazzo si sentette trattar male dal Re giovane per la mal azione commettuta; e' gli dicea lui: - Ahi La figliola d'un Re rubba il pane! Rifinirà 'n galera. Il tempo del parto dell'Angiolina in quel mentre s'avvicinava, e pareva propio fatto a posta che il Magnano guadagnassi meno quattrini per sopperire alle spese; ma lui insenza sgomentarsi badava a dirgli: - Sa' tu quel che tu ha' da fare? Quando te siei in nelle stanze della Regina, portagli via una bella pezza di cambrì; accosì nun ti mancherà di che farti le camicie, le pezze e le berrette. Scendi anco di niscosto 'n cucina, lì ce lo trovi da mangiare; piglia quel che c'è di meglio in sulla [216] tavola