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207] moglie. - Ora poi, se te la fai, no' siem morti davvero. Trattiella. - Che! i' 'un posso. I' la fo. E sbottonati i calzoni, Zufilo lass'andare la cacata. Un degli assassini in nel sentire cascar robba si arrivolse in su, e po' disse: - È manna. Seguitiamo a giocare; nun è nulla. E seguitorno. Passa un altro po' di tempo e Zufilo dice daccapo: - Moglie, questo coio mi pesa; mi stronca le rene. Moglie, i' lo butto via. - Ma sie' te matto? - dice la moglie. - S'ha egli dunque da morire scannati 'n tutti i modi? Ora poi nun si scampa! Ma in quel mentre Zufilo lassa ire giù per le rame della quercia quel coio tanto secco a quel mo', che fece in nel cascare un fracascio indemonito. - Il diavolo, il diavolo! - cominciorno a urlare gli assassini, e fuggi via in un battibaleno, e lassorno lì tutte le munete in sulle tavole. Sicché quando nun ci fu più nimo, Zufilo e la su' moglie scesano dalla quercia, e rammucchiato l'oro e l'argento, lo messan dientro al coio; e già il sole spuntava, e al lume del giorno loro ritrovorno la strada spersa e in un mumento deccotegli arrivi allegri e contenti a casa sua. In nel vedere Zufilo e la su' moglie vienuti dalla città con quel coio tutto pienato di quattrini luccichenti, Manfane e Tanfane si divoravano dall'astio. - O com'ha' fatto - gli dimandorno - a diventar tanto ricco? Dice Zufilo: - Guà! I' son ito da' cittadini e i' ho venduto il coio della mi' vacca a un soldo il pelo. Allora in nel sentire questo racconto Manfane e Tanfane dissan tra di loro: - Anco noi si pole far più meglio del nostro giucco. Via! ammazziamo le più belle vacche della mandria, e se ne venderà il coio a du' soldi 'l pelo. Ammazzan dunque le vacche, le scorticano e poi vanno alla città, e lì urla che ti urlo: - Du' belle coia, chi le vole? A du' soldi pelo pelo. E deccoti una gran radunata di popolo a quello sbergolìo, e lì a contrastarsi: - Oh! che siete matti? Aresti a essere come quello dell'altro giorno. Ate anco cresciuto la chiesta! Oh! che credete che i cittadini ènno mammalucchi? E poi 'mproperi a' malcapitati, e finirno col rimandargli fora delle porte a son di calci e di legnate, sicché Manfane e Tanfane tornorno a casa tutti pesti e malconci. In quel frattempo Zufilo n'aveva pensata un'altra in nella [208]