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201] smania d'avere quel regalo; sicché dunque quando i su' fratelli tornorno da caccia, lei non era più allegra e contenta al solito. Dicon loro: - Oh! che hai? T'è egli intravvienuta qualche disgrazia? - No. - Ti senti male? Ti dole 'l corpo? - No, no. - Oh! e dunque, che ha' te di novo? - I' hoe che vo' nun mi volete tutto quel bene che vo' dite. - Come nun ti si voi bene? Che ti manch'egli? - Cari fratelli, mi manca il Canto e il Sòno della Sara Sibilla, e se vo' mi volete bene, andatemelo a prendere. - Ma 'n dov'è questo Canto e Sòno? Se no' si sapess'in dov'è, fuss'anco 'n capo al mondo, s'anderà per esso, perché te sia contenta. - Ma! i' nun lo so. Eppure, esserci ci ha da essere. Me l'ha detto una che lo sapeva. Il su' logo però nun me l'ha detto. Insomma, per nun vederla a quel mo' appassionata la sorella e anco avean loro 'mprumesso all'Eremita d'ubbidirla 'n tutto, il fratello maggiore delibberò d'andare il primo a cercarlo, se ma' lo trovava, il Canto e il Sòno della Sara Sibilla, e 'nnanzi di partire lui mettiede sur una tavola una boccia d'acqua chiara e disse: - Se quest'acqua s'intorbisce, vole dire ch'i' sono o sperso o morto, e che nun torno più. Addio. Parte accosì il fratel maggiore e camminò dimolti giorni, insino a che viense a un logo, dove c'era un vecchino: - Addove andate, giovanotto? Ma lui 'ngrugnito gli arrispose: - La gente di bon affare nun domanda delle cose degli altri. - E vo', tanto superbioso, nun arritornerete arrieto. E pur troppo gli accadette a quel mo', perché il giovanotto nel logo in dove 'gli andò ci rimase statua di marmo. Doppo questa disgrazia dunque, l'acqua della boccia la veddano torba in nel palazzo, sicché il fratello più piccino volse anco lui far subbito partenza, tanto per trovare il fratel maggiore che il Canto e il Sòno della Sara Sibilla, e come quell'altro lassò una boccia d'acqua alla sorella, perché lei s'accorgessi se lui 'gli era sperso o morto. Arriva doppo dimolti giorni a quel vecchino: - Addove andate, giovanotto? - Vo addove mi pare, e se vo' avessi un po' di giudizio nun mi dimanderessi de' fatti mia. - Andate, andate pure! Anco un altro superbioso come vo' siete addietro nun c'è ritorno. Ma il giovanotto nun lo stiede a sentire, e arrivo che fu al posto del su' fratello [202] rimanette lì statua