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4 novella i.


Quando il Mostro fu solo con la Zelinda, principiò a fargli delle carezze, de’ daddoli e a dirgli delle parole amorose, e tanto si addoperò, che gli rinuscette parere un po’ garbosino. Nun c’è pericolo che lui la dimenticasse mai, e badava che nulla gli mancassi, e tutti i santi giorni discorrendo con lei nel giardino sempre gli domandava: — “Che mi vo’ bene, Zelinda? Che vo’ tu diventar la mi’ sposa?” — Ma la ragazza gli rispondeva in sul medesimo tenore: — “Bene sì, ve ne voglio, signore: ma nun diventerò mai la vostra sposa.” — E il Mostro allora si addimostrava dimolto addolorato e raddoppiava le su’ carezze e i su’ boni garbi, e sospirando forte a su’ modo diceva: — “Eppure, vedi, Zelinda, se tu mi sposassi, gli accaderebban cose maravigliose. Ma quali, nun te lo posso dire, insino a che tu nun voglia essere la mi’ sposa.” —

La Zelinda, abbenechè in fondo nun si trovassi malcontenta lì in que’ be’ loghi e trattata da regina, pure di sposare il Mostro nun se la sentiva nè punto nè poco, perchè lui ’gli era troppo brutto e come una bestia; e alle richieste che gli faceva il Mostro lei aveva sempre le medesime risposte pronte. Ma ’gli accadde che un giorno il Mostro chiamò la Zelinda in fretta e furia, e gli disse: — “Senti, Zelinda, se tu nun acconsentisci a sposarmi ’gli è decretato che il tu’ babbo ha da morire. Già lui sta male e si trova in fine di vita, e tu non lo potrai nemmanco rivedere. Bada se ti dico la verità.” — E tirato fori uno specchio incantato, il Mostro fece lì dientro vedere alla Zelinda il su’ babbo moribondo nel letto di camera sua. A quello spettacolo la Zelinda, tutta disperata e mezza matta dal dolore, cominciò a urlare: — “Oh! salvatemi il babbo, per carità! Fate almanco ch’i’ lo possa riabbracciare prima che lui moia. Sì sì, ve lo prometto, che sarò in ugni modo vostra sposa fida e costante, e senza indugio. Ma il babbo, il babbo, salvatemelo dalla morte.” —

A male brighe che la Zelinda ’gli ebbe profferite queste parole, che in un tratto il Mostro si trasficurì in un bellissimo giovane. La Zelinda a quel mutamento improvviso restò sbalordita, e il giovane la prese allora per la mano e gli disse: — “Sappi, cara Zelinda, che io sono il figliolo del Re delle Pomarance. Una vecchia strega toccandomi e’ mi ridusse quel Mostro