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tosta e addimanda che ti presentino al Mago; a lui poi 'n persona fagli la richiesta del Segreto. Forti, veh! Se te anco un zinzino tentenni, la tu'ciccia gli serve di culizione al Mago. Gli 'mprutnesse Menichino intiera ubbidienza al Vecchio e, doppo averlo salutato con cento ringraziamenti, principiò a montare la salita, e in un' ora 'gli era 'n vetta di quella Montagna faticosa; lì ci si vedeva un palazzone smenso, fatto per incanto, con de' giardini d'attorno, e bello e ricco da nun si potere descrivere. Insenza 'ndugio Menichino picchia al portone, e decco che gli aprano un mucchio di figuracce tra omini e donne, ma brutte orrende da metter paura anco alla Paura medesima: nunistaate Menichino fece lo 'ntrepido e disse che lo menassino alla presenzia del Mago. Viense innanzi a quelle parole un gigantaccio feroce, che pareva un mostro e era il maggiordomo del Mago. Dice: - Il mi' ragazzo! Dell'ardimento te n'hai a dovizia, ché nun ti periti a voler vedere il mi' padrone. Bada, degli altri quassù c'enno arrivi, ma 'ndietro non ci son più ritorni. Dammi retta; vattene a gambe: te il mi' padrone nun lo cognosci e il mi' consiglio è quello che tu nun cerchi di farla una simile cognoscenza. Arrisponde Menichino: - I' viensi fin quassù a traverso a cento difficilezze e risichi per esser presentato al Mago, e via nun vo' nemmanco con gli spintoni 'nsenza prima averlo visto. Sicché dunque annunziatemi a lui e nun pensate a altro. In nel sentirlo risoluto accosì il maggiordomo corse a dare l'avviso al Mago, che un ragazzo ardito bramava fargli una visita, sicché il Mago gli comandò che lassasseno passar Menichino alla su' presenzia. Lui tra di sé pensava: - Decco stamattina un bon boccone di carne fresca di Cristiano! A male brighe poi che Menichino 'gli entrò dientro nella cammera, addove il padrone steva in panciolle su de' ricchi tappeti, subbito con una vociaccia che parse un tono sbergolò il Mago: - Chi siei te? E da me che vo' tu? Arrisponde franco Menichino: - Nun abba sospetto lei, sor Mago, i' nun viensi qui 'n casa sua per nulla di male. I' sono un poero ragazzo sciaurato che cerco la mi' sorte, e m'hanno 'ndirizzo a Vossignoria lustrissima, perché lei è persona cognosciuta per la su' carità e che fa del bene agli sfortunati. Figuratevi se q