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zelinda e il mostro. 3

questi be’ tempi. Che! il babbo ha da restare con noi. La grulla!” — A tutti questi improperi la Zelinda senza scommoversi s’accontentò di rispondere: — “’Gli è giusto che paghi chi ha fatto il malanno. Anderò io dal Mostro. Sì, babbo, menatemi al giardino, e sia pure la volontà del Signore.” —

Doppo varj contrasti e battibecchi in quella famiglia scompigliata, chè ognuno parlava a passione, abbenechè diversa, restò fissato che la Zelinda ’gli anderebbe nel giardino del Mostro per lassarla lì sola: e difatto feciano senz’altro accosì. Quando viense la mattina, la Zelinda con il su’ babbo tutto addolorato si messano in cammino e in sull’imbrunire loro arrivorno al cancello del giardino, e nentrati che furno, nun c’era, com’al solito, persona viva, ma ci veddano un gran palazzo da signori illuminato e con le porte spalancate; sicchè dunque, i due viaggiatori arrivati nell’androne, subbito quattro statue di marmo si mossano d’in sul piedistallo con le torce accese in mano e gli accompagnorno per le scale per insino in una sala grande, dove nel bel mezzo c’era una mensa apparecchiata con ugni ben di Dio. Loro, che avevano dimolta fame, senza tanti complimenti si sederno a mangiare; e quando furno satolli, le medesime statue co’ lumi gli condussano in du’ belle cammere ammannite, gli mettiedano a letto, e felice notte. La Zelinda e il su’ babbo gli erano tanto stracchi, chè s’appiopporno come ghiri e dormirno saporitamente per quanto fu lunga la notte.

Alla levata del sole la Zelinda e su’ padre destati si levorno diviato e delle mani invisibili gli servirno a culizione di tutto punto; doppo, scesi giù nel giardino, si diedano assieme a cercare del Mostro, e arrivati al cespuglio delle rose, eccotelo che sbuca fori con la su’ bruttezza e terribilità. La Zelinda, a quella vista, diventò bianca dalla paura e gli tremavan sotto le gambe; ma il Mostro la guardò fissa con que’ su’ occhiacci infocati e poi disse al pover’omo: — “Sta bene: tu ha’ mantienuta la parola e son contento. Ora però, vattene, vecchio, e lassami qui sola la ragazza.” — A questo comando, al vecchio gli parse di morire, e anco la Zelinda stava lì mezza grulla e con le lagrime vicine a spuntare; ma nun valse il pregare, chè il Mostro rimase duro come un sasso, e al pover’omo gli conviense andar via, lassando la su’ cara Zelinda nella padronanza del Mostro.