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173] addio. A farla corta, all'Orco nun gli rinuscì raccapezzar nulla, e pensò meglio d'arritornare a casa sua. Guà! nun era malizioso lui. Quando la Catèra vedde il su' marito insenza nessuno e che lui gli arraccontò della chiesa, del prete e del ragazzo che guardava le pecore in sul prato, tutta imbizzita scramò: - Oh! mammalucco d'omo! Nun te ne sie' accorto, che la chiesa era la Prezzemolina e 'l prete il su' giovanotto? Lei ha fatto quella trasficurazione con la mi' bacchetta fatata, che da grulla i' gli regalai. Corri, mi' omo, corri; raggiugnigli e nun ti far vincer dagl'inganni. A quelle parole della su' donna l'Orco si mettiede a correre daccapo dreto alla Prezzemolina; e doppo camminato dimolte miglia e' la vedde sempre assieme col su' damo andare per la strada. Dice la Prezzemolina: - Giannino! i' sento fresco alle rene. Dicerto 'gli è l'Orco al solito! e poeri noi, se lui ci acciuffa. Oh! presto, presto, niscondiamoci accosì. E in quel mentre lei con la bacchetta fatata fece comparire un lago e tutti e dua ci s'attuffano dientro, sicché la Prezzemolina diventò una lasca e Giannino figliolo del Re an bel luccio, e loro navicavano nell'acqua a più non posso. In du' salti l'Orco viense in sulle sponde del lago. Dice: - Questa volta nun mi scappate. V'ho cognosciuto! - e per acchiappargli meglio con le su' manacce, si buttò diviato nel lago. Ma fu tutto inutile: lui pigliava il luccio e il luccio via, gli sguisciava d'intra le dita: pigliava la lasca e quella il medesimo. Si sa, i pesci sono a quel mo' tutti moccicosi, e in nelle mane nun ci stanno. Sicché dunque l'Orco impermalito sortì fora dall'acqua, e poi disse a que' pesci: - Vi maladico. E te, che t'avevo rileva come figliola, ti maladico per la prima. Sie' maladetta da me. E lui, il tu' damo,

A un'osteria ti lasserà, E quando su' madre lo bacerà Di te si scorderà.

E se n'andette doppo insenza voltarsi né in qua, né in là. Quando la Prezzemolina e il figliolo del Re furno ritornati nelle su' persone di prima e che erano a male brighe lontani cinque miglia dalla città reale, disse il giovanotto: - Senti, Prezzemolina! Io a questo modo nun ti ci posso menare al [174]