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171] Quando poi la Catèra fu andata via, la Prezzemolina fece ritornare omo il porcellino e fissorno tra di loro di scappare assieme; ma la Prezzemolina avea paura che gli facessan la spia gli arnesi della cammera, perché erano tutti fatati, e lei però si mettiede in capo d'abbonirgli. Subbito disse alla bacchetta: - Voglio una bella caldaia piena di maccheroni; - e quando i maccheroni apparirne in nella stanza, la Prezzemolina ne diede una romaiolata a ugni cosa: una romaiolata al letto, una alle seggiole, una allo specchio, insomma, a tutto; ma della cassetta della spazzatura lei se ne scordò. Doppo, presa la meglio robba, la Prezzemolina e il giovanotto si calorno dalla finestra e via a gambe a traverso i campi. E lassamogli pur corrire a quel mo' e torniamo alla Catèra. Rivieniva la Catèra di fora con l'Orco su' marito, e quando fu 'n casa, urla come al solito: - Prezzemolina, Prezzemolina! butta giù le trecce e tira su tu' madre. Arrisponde il letto: - Nun posso, i' sono a letto. Dice la Catèra: - Oh! che ha' tu stamani, che sie' tanto pighera? Spicciati! gnamo. Arrisponde la seggiola: - Nun posso, i' son sulla seggiola che mi metto le calze. Sbergola istizzita la Catèra: - Famola finita e spìcciati; nun mi fare aspettare. Arrisponde lo specchio: - I' mi guardo allo specchio per ravviarmi le trecce. Ingomma, a uno per volta tutti gli aggeggi e gli attrazzi e i serrami della cammera trovavano delle billere per nun iscoprire la Prezzemolina scappata via col su' giovanotto; soltanto la cassetta della spazzatura principiò a sbraidare: - Nun è vero, nun è vero! La Prezzemolina nun c'è più. 'Gli è pe' campi con il su' damo, che la porta con seco. A questo discorso la Catèra e l'Orco ficuratevi come rimasano! Dice la Catèra: - Corri, mi' omo, corri; con le tu' gambacce tu l'arriverai in du' salti. Oh! birboni, me l'hanno fatta! E in quel mentre che l'Orco deva rieto a que' du' sciaurati, la cassetta della spazzatura badava a sberciare: - Poera padrona! L'avete visto il fascino? L'avete visto il maialino? 'Gli era lui, il su' damo, e vo' nun l'avete cognosciuto. E' maccheroni sono tocchi a tutti per dir le bugie e a me niente; ma io le bugìe nun ve le dico. E la Catèra a sentirsi arraccontare com'era ita via la Prezzemolina si [172] strappava