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167] Il garzone nun intese a sordo, e la mattina, che il sole nun era nemmanco levo, pigliato un sacchetto con seco e un falciolo se n'andiede a ricercare l'orto, e cammina cammina ci arrivò; ma gli ci volse del bono a ripire su per il muro erto. Insomma, gli rinuscì d'entrarci. Nell'orto nun c'era anima viva, e il garzone lesto lesto segò mezza una proda di prezzemolo, n'empiette il su' sacchetto e via! a corsa a portarlo alla su' donna, che contentona e' n'ebbe da sfamarsi per una settimana, ficuratevi! Ora, bisogna sapere che quell'orto l'avea nel su' possesso l'Orco, e quando lui sortì da letto e vedde lo sciupinìo del prezzemolo, gli prese una gran passione e principiò a berciare alla su' moglie: - Scendi giù, Catèra! Vieni e vedi, che m'hanno rubbo il prezzemolo. Ladracci 'nfami! Almanco, se gli bisognava, me l'avessin chiesto! Ma rubbarmelo è stato da birboni. S'i' vi scopro!... S'i' vi scopro!... E da tornare vo' ci aete. Anzi lui in questa credenza rizzò lì 'n disparte un capanno ricoperto con delle frasche verdi, e ci si mettiede a far la guardia al su' prezzemolo. In capo a otto giorni il prezzemolo la donnetta pregna l'aveva bell'e finito, sicché dunque il garzone col su' sacchetto e il falciolo riviense di niscosto all'orto dell'Orco per farne un'altra provvista; ma a male brighe che lui principiò a segare, deccoti salta fora l'Orco e l'agguanta per il collo: - T'ho chiappo, malandrino! - scramò con una vociaccia da metter paura a un sacco di Madonne. - E ora nun c'è scampi, e tu me l'ha' a pagare con la tu' pelle. E 'n quel dire lo strascica 'n casa e lì lo sbatacchia per le terre con idea di finirlo; e gridava: - Gnamo, corri, Catèra, s'ha da mangiar subbito. Il garzone a quegli strapazzi si credé morto, ma poi gli prese un animo, s'arrizzò 'n ginocchione e si diede a raccontare la su' storia all'Orco; e seppe lui accosì arraccontarla bene e con tante lagrime, che l'Orco si sentette intenerire e disse: - Ti perdono, via! ma a un patto. - Dite pure, - gli arrispose il garzone rinfranchito: - v'accordo ugni cosa, purché mi lassate arritornare dalla mi' poera donna. Dice l'Orco: - Quest'èn il patto. Piglia pure del prezzemolo nel mi' orto, quanto ti ce ne vole per mantiener la tu' moglie. Lei col prezzemolo fresco accosì parturirà una bella creatura fresca. Ma quando lei averà [168] parturito,