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consolato quando gli viensano incontro su' padre e su' madre, abbeneché pur loro con indosso i panni neri. Scendé dunque Alessandro da cavallo e salito che fu nel palazzo, subbito domanda quel che mai è successo, e voleva sapere come stevano la moglie e i figlioli. Dice il Re: - Questo dipende da quello che t'ha' comandato e che te ci ha' fatto fare contro la voglia di noi e del popolo. Scrama Alessandro: - Che intendete vo' di dire? I' nun vi capisco. Che ho io comandato di male da vestirsi accosì tutti a bruno? Al Re a questa nuscita gli mancò la parola in nella bocca; ma un di que' signori lì presenti, o che fussi più ardito di natura, o che si sentissi ribollire il sangue per la scramazione del Principe, disse: - Come! Che forse vo' fate le viste d'essere 'gnorante del vostro operato? Omo crudele, insenza core! Voi meriteresti che vi buttassano in sulle fiamme, come avete volsuto della vostra poera moglie e delle du' creature innocenti. - Che dici, temerario, - bociò a quella intemerata il Principe: - che menzogne son queste? Addove sono la mi' moglie e i mi' figlioli? Presto, parlate. Dice il Re: - Ma caro figlio, e' pare che tu non t'arricordi che tu ci ha' scritto du' volte che loro dovevano essere ammazzati, e insennonnò volevi mandare a soqquadro tutto il Regno di Francia. - Ma io non ho ma' scritto di simili infamità, - arrispose piagnendo Alessandro; ma la su' mamma in nel veder le su' lagrime e credendole bugiarde, scramò: - Sciaurato! Te fa' come il coccodrillo, che prima sbrana l'omo e se lo mangia, e po' ci piagne su. La Felicina, poera 'nfelice! e i du' bambini sono a quest'ora cenere da un pezzo, perché te scrivesti che accosì loro dovevano morire 'nnanzi del tu' ritorno. A questo discorso Alessandro rimanette come di sasso e fora di sé, e se nun l'arreggevano dicerto sarebbe casco in terra svienuto; poi, rinviolito dal primo sbalordimento e con la su' memoria, disse: - Ma qui c'è stato qualche sbaglio o qualche 'nganno o tradimento, perché io vi giuro che nun ho ma' scritto quel ché vo' dite. Anzi, quando per du' volte ebbi da voi la brutta nova, che la Felicina 'gli aveva parturito que' mostri orrendi, m'arraccomandai che vo' gli custodissi e che, brutti o cattivi che loro fussano, i' gli volevo vedere da per me. Dunque fora! Addove sono le mi' lettere? Le vostre deccole qui. [