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151] fine raccontargli ugni cosa. La Maria a quella nova gli sobbalzò il core dalla pena e 'l sangue gli fece un rimiscolo; ma poi, col ripensarci, gli viense un sospetto, e per sincerarsi menò il messo in cammera con seco e gli disse che gli raccontassi 'l su' viaggio. Dice il messo: - I' sono passato da Genova e i' ho albergato una notte, tanto nell'andata che nel ritorno, alla locanda d'una donna, che tutti la chiamano la Bella Giuditta. Dice la Principessa: - Che ti fece delle domande la locandiera? Che domande furno? - Volse sapere, - arrispose il messo, - d'addove i' vienivo, che andevo a fare; poi, mi richiese della persona vostra, e se tra marito e moglie eri d'accordo e contenti. - E te, che risposta gli facesti te? Si' sincero e nun aver temenza di dir la verità, - disse la Maria. - Gua'! che vol ella, - gli ripricò il messo: - i' gli arraccontai tutto quel che era avvienuto, e che lei, abbeneché tante volte addomandata del su' essere e della su' generazione e logo di nascita, nun aveva ma' parlato chiaro; ma che in ugni mo', perché il principe Alessandro se n'era innamorato a morte, il Re con la Regina e tutta la Corte s'erano contentati di fare 'l matrimonio, rinuscito dimolto a bene e con allegrezza di tutto il popolo. Ma la Bella Giuditta scramò, io nel sentire questo racconto: "Ah! povero Re! Che bel matrimonio con una serva, che nun si sa nemmanco di che paese sia e chi l'ha ingenerata!" La Maria nun ricercò altro dal messo, perché 'ntese pur troppo che tutto questo scandolo vieniva dalla su' cattiva mamma; e arritornata alla presenzia de' su' soceri gli confortava a nun si sgomentare e s'arrapinava a fargli capire che ci doveva essere stato uno sbaglio di certo, ma 'nsenza però dire d'addove lei credeva fussi nato; sicché dunque i soceri pensorno di rimandare al Principe il messo con un'altra lettera di questo tenore: "Che tutti erano resti maravigliati e affritti in nel sentire che ordini lui aveva scritto a casa; che il popolo tutto di Francia si sarebbe rivolto, se loro avessano azzardato di far morire i figlioli e la madre insenza una giusta ragione e innocenti com'erano; che badassi se mai c'era erro in quel che lui aveva letto, oppuramente nella su' scrittura, perché gli pareva 'mpossibile a loro, che lui potessi dare di simili ordini a' su' genitori." [152]