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si [133] sentiede mancare, e la mattina doppo volse andarsene via in tutti i modi; e le sorelle gli eran tutte allegre a vederla disperata, perché loro credevano che il Mago gli fusse morto insenz'altro, e accosì finito il bene stare. Quando la Bellindia arrivò al palazzo, né a desinare né a cena il Mago nun lo vedde; sicché dunque lei si diede a ricercarlo dappertutto, e gira di qua, gira di là, lo trova finalmente in nel giardino disteso lungo sotto il capanno delle rose, che pareva morto. La Bellindia disperata gli si butta addosso, e lì a abbracciarlo, a baciarlo piagnendo, e si lamentava che per la su' colpa a lui gli era successa quella disgrazia. Diceva: - Ora nun c'è più bene per me! Poero il mi' amante! Se tu fussi vivo, i' ti sposerei subbito per farti contento. A queste parole il Mago si rizzò su rinviolito, che nun aveva altro, e di Mago brutto e terribile, diviense a un tratto un bellissimo giovane. Dice: - Grazie, Bellindia mia. Sappi ch'i' sono un figliolo di Re e fui 'ncantato da una Fata, sicché nun potevo ripigliare la mi' ficura insin a tanto nun trovavo una ragazza che m'avessi detto di sposarmi a quel modo brutto siccome i' ero. Adesso dunque tu sarai la mi' sposa e Regina con meco. La Bellindia era tutta isbalordita e nun capiva in sé dall'allegria. Mandorno a chiamare il mercante con le figliole maggiori, e si fece lo sposalizio con gran feste; ma l'Assunta e la Calorina furno messe ritte alla porta in gastigo dell'astio che loro avevano contro alla sorella; e s'accororno tanto per la rabbia, ché cascorno morte steccolite tutt'e dua. La Bellindia 'nvece assieme al su' sposo se n'andiedano al su' regno e ci rima-sano felici e contenti, e se loro campano tavìa, la contentezza gli durerà di si