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Guà! il mi' babbo e la mi' mamma. - E 'l mestieri, che mestieri vo' fate? - To'! i' vo a spasso. Il figliolo del Re in nel sentire tutte quelle matte risposte rideva a più nun posso; poi dice al Re e alla Regina: - Vo' m'avete a fare una grazia. Dicon loro: - Chiedi pure. - S'ha da pigliare questa vecchina allegra in nel palazzo e camparla insino a fin di vita. Dissan loro: - Sì, come ti garba. A farla corta, la vecchina la condussan nel palazzo reale, e gli assegnorno una stanza nel mezzanino, e il figliolo del Re andeva spesse volte ugni giorno a parlargli, perché ci si divertiva. La balia poi, quand'ebbe accomido al sicuro la su' ragazza, se ne tornò diviata a casa sua. La finta vecchia, dunque, la steva lì nel palazzo reale, che nun gli mancava nulla; e siccome pareva che 'gli avessi gli occhi cisposi, e' gli messane il soprannome d'Occhi-Marci. Un giorno la Regina gli disse: - Ma che propio vo' nun sapete far nulla? Arrisponde la vecchia: - Che vole! Quand'i' avevo soltanto quindici anni i' sapevo fare dimolte cose, e anco filavo bene e cucivo. Ma ora, con questi mi' occhi i' lavoro male, e le mane e le labbra nun mi servan più al filato. Dice la Regina: - In ugni mo', vi potete almanco provare a filarmi un po' di lino, tanto per nun v'annoiare. E la vecchia: - Guà! i' farò l'ubbidienza. Gli fece dunque portare la Regina del lino scardassato, e la vecchia, quando tutti furno iti via, si serrò a chiave in cammera e, cavatosi d'addosso la finta buccia, filò tutto quel lino, che era proprio una maraviglia a vedersi. Il figliolo del Re, la Regina e tutta la Corte rimasano sbalorditi, che una vecchia grinzosa, mezzo cieca e con le mane tremolanti avessi possuto lavorare a quel modo. Doppo un po' di tempo dice la Regina alla vecchia: - Siccome vo' lavorate tanto bene di filato, vo' dovete provarvi a cucire una camicia al mi' figliolo. E la vecchia: - Com'i' so e posso, veh! Gli portorno dunque della tela sopraffina; e la vecchia, serrata al solito la porta di cammera sua, tagliò e cucì la camicia tutta di trapunto, e nella pettorina ci ricamò delle rappe a fiori d'oro, ché di meglio era 'mpossibile trovare. Tutti, guà! 'gli è naturale, erano istupiditi e nun sapevano che si pensare di simile bravura. Ma il figliolo del Re poi nun era [