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105] bellissimo bambino, e il Re senza 'ndugio corse subbito in cammera di lei per fare le su' vendette, e cominciò daccapo co' rimproveri a sfogarsi che l'aveva 'ngannato e tradito. Bell'-e-fatta tutto raumiliata lo steva a sentire, e vedendolo tanto incattivito gli disse: - Maestà, lei pole fare di me quel che lei vole. Ma gli domando anco una grazia; che prima mi tienga al battesimo questo bambino, e poi m'ammazzi pure, che io son contenta di morire per le su' mane. Arrispose il Re: - Si faccia anco questo e poi tu me la pagherai. Il Re 'gli andiede via e le balie si messano attorno la creatura per vestirla ammodo, e quando fu bell'e accomidata, Bell'-e-fatta la pigliò 'n braccio e tra certe gale che aveva al collo gli ci rimpiattò, e nissuno se n'avvedde, i du' pomi d'oro che il Re gli diede, 'a regalo la notte del matrimonio in Portogallo; poi le balie portorno la creatura alla cappella. Dunque comincia la cirimonia, e il Re da compare tieneva il bambino in sulle braccia; e quando il prete fu per ugnerlo, una delle balie aperse la camicia del bambino e comparirno que' du' pomi d'oro che Bell'-e-fatta gli ci aveva messi dientro. A quella vista il Re gli parse di riconoscergli; subbito grida: - Fermi tutti; ché 'nnanzi di seguitar la cirimonia i' ho bisogno di schiarirmi d'una cosa. Lassa lì il bambino e corre in cammera di Bell'-e-fatta e gli dice: - Che è questo tradimento? Chi t'ha dato que' pomi d'oro? Arrisponde lei: - I' gli ho avuti in regalo da Sua Maestà - Come? - scrama il Re: - i' nun t'ho ma' dato di simili regali. Insomma, chiedi di qua, rispondi di là, si viense a scoprire tutta la matassa e il Re cognobbe, che su' legittima sposa era Bell'-e-fatta e suo quel bel bambino tienuto al fonte; sicché contento e allegro il Re gli disse alla sposa: - Avevi proprio ragione, Bell'-e-fatta, quando te ripetevi ugni sempre:

Se accosì piace a Dio, Il Re sarà un bel dì lo sposo mio.