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al finestrino di dientro alla cammera e domandò a Bell'-e-fatta con chi lei parlava; e lei glielo disse degli Strolaghi e quel che loro volevano. Dice il Re: - Oh! che vòi! Fatti, fatti strolagare. Delle sopraccoperte ce n'ho tante, che te ne darò subbito un'altra. Dunque, a persuasione del Re, Bell'-e-fatta si fece strolagare per la sopraccoperta del su' letto, e gli Strolaghi gli dissano: - Sappiate che voi avete da essere la sposa del Re. Lei a quella nova si mettiede a ridere, e raccontò al Re il discorso degli Strolaghi; e anco lui rideva, perché gli parevan gente citrulla quegli Strolaghi a pensare che un Re potessi mai sposare la figliola d'un contadino; e sì, scoteva il capo e compativa Bell'-e-fatta per la su' mala spesa. Passorno altri quattro o cinque mesi dopo il giorno degli strolaghi. Ora bisogna sapere, che la Regina di Portogallo era vedova e 'gli aveva una figliola sola, brutta e scontrosa da nun si poter dire, e la Regina steva in pensieri di trovargli marito per dare un erede al regno; ma nissuno voleva quel mostro tutto pieno di dispetto. Che ti fa? Siccome tra' principi, quando si ragiona di maritarsi, e' s'usa mandare il ritratto, la Regina ne fece fare uno bello della su' figliola e comandò che lo portass'al Re un su' vecchio Ambasciatore dimolto fido del Re medesimo, perché, se la figliola la voleva per su' moglie, guardassi nel ritratto se gli garbava. Il Re vedde il ritratto e poi scramò: - Bella! A fargli anco un elogio, la somiglia un po' a Bell'-e-fatta. A farla corta, il matrimonio viense pattovito, e si fissò che di lì a pochi giorni il Re sarebbe andato in Portogallo a visitare la sposa e a trattare degl'interessi. Poi il Re scese giù al finestrino di Bell'-e-fatta e gli disse: - Sai, Bell'-e-fatta? c'è una novità. Sono sposo. Dice Bell'-e-fatta: - Me ne rallegro con seco e ci ho piacere anco per me, perché sortirò da stare sempre accosì rinchiusa. Dice il Re: - Sicuro; i' ti voglio fare prima cammeriera della Regina. Ma che bugiardi, eh! furno gli Strolaghi! Poera Bell'-e-fatta!
La coperta tu desti E per isposo il Re tu nun avesti.