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3CVIII. ki;mknk ^ Ifl sue truppa avessero risaputo contro quai nen,i„i , condueeva, non pur non vi sarebbero nudate, ma avuta appena la nuova, si sarebbero sbandate. Perciò appi tri io"0 a questo prudentissimo partito di condurle per istra i** fuor di mano, ove non potesse giungere a lor notizia 'w verità; e di far loro credere, ch’egli marciava contro certi barbari. Si tenne dunque in questo, e prima schierò ir campo i suoi soldati ed attaccò, ch’essi sapessero contrc chi fosse la battaglia. Inoltre, col preoccupare i posti fece che si avesse a combattere piuttosto colla cavalleria ond’era più forte, che colla fanteria, nella quale era inferiore. IV. In quel fierissimo incontro essendosi combattuto per buona parte del giorno, vi restarono morti Cratero generale e Neottolemo, il quale comandava in secondo luogo. Con questo venne a singoiar tenzone Eumene medesimo. I quali stretti insieme essendo dai cavalli caduti in modo che fu facile il conoscere che con maltalento si erano azzuffati, ed avevano più coll’animo che colla persona combattuto, non si distaccarono prima che l’uno de’ due fosse spirato. Da questo ricevette Eumene alcune ferite; ma non perciò ritirossi dal combattimento, anzi con più di vigore caricò i nemici. Sbaragliata la cavalleria, ucciso Cratero, e presi molti uffiziali e de’più ragguardevoli; la fanteria nemica vedendosi in tal situazione, dalla quale senza volontà d'Eumene non potea ritirarsi, chiese pace. La quale avendo ottenuta, pur mancò di fede, e come tosto potè, se ne fuggi ad Antipatro. Eumene fatto portare Cratero dal campo di battaglia ancor semivivo, procurò di ristorarlo. Ma non essendogli ciò vernilo fatto, con magnifico funerale, siccome era al suo grado richiesto, ed alla lor pristina amicizia (imperciocché mentre visse Alessandro, si erano trattati famigliarmente) il fe’ seppellire, e mandò in Macedonia le ossa di lui alla moglie ed ai figliuoli V. Mentre cosi andavan le cose presso all’ Ellesponto, Ferdicca fu ammazzato in vicinanza del Nilo da Seleuco e da Antigono, ed il supremo governo dato ad Antipatro Quivi a’ voti dell’esercito tutti quei che abbandonato aveano Antipatro e Cratero, furono in assenza condannati a morte Tra questi fu compreso Eumene. Percosso egli da un tal colpo, non si perdette già di coraggio, nè maneggiò per questo con minor impegno la guerra: ma la picciolezza delle sue forze, benché non abbattesse la grandezza dell’animo suo, tuttavia la diminuiva. Antigono inseguendolo, comechè abbondasse d’ ogni genere di truppe, pure spesso sulle strade era danneggiato, • non gli era mai dato campo d'attaccar battaglia, se non in luoghi, ove pochi poteano far testa ad un gran numero.