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24 Lettera


E via e via, per monte e per pianura,
                    Vïaggia notte e giorno,
Fatato augel che non avrà ritorno,
16Brano d’alma lanciato a la ventura:

Ma niun le invola il suo mister profondo.
                    Chi sa?... forse è l’orrore
d’un addio: l’affannoso urlo d’un core,
20Il soave pallor d’un riccio biondo:

Goccia di sangue giovane, stillato
                    Da una ferita aperta:
Pianto o preghiera d’anima diserta
24Che soffre e sconta senza aver peccato.

.... E va, e va, e giunge. — Ne la bruma,
                    Col freddo, su la sera,
Giunge in silenzio a la stanzetta austera
28D’una donna che amor tutta consuma.

Brilla il guardo: un rossor la fronte accende:
                    Batte a schiantarsi il core:
La cerea mano convulsa d’amore
32Esitando a la busta, ecco, si stende....