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Errar ti vider queste vette e queste
Boscaglie, un giorno: quando a le tue nude
Tempie battea lo spirto audace e rude
De le tempeste;


E il sangue acceso fumido ondeggiante
In larghe ondate al cerebro fluiva,
Pòlline sacro a fecondar la diva
Idea balzante.


A l'opra, in lotta con l'informe creta,
Ti vider questi cieli e queste valli,
Del marmo e degli ignivomi metalli
Sire e poeta;


E gli aquiloni che da l'erme creste
E dai vergini ghiacci immoti e soli
Piomban, rotando in procellosi voli
Per le foreste,


Mugghiando a fascio ne la valle e intorno
A la povera casa orribilmente,
Salutarono, o Grande, il tuo fuggente
Ultimo giorno.