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Ruina pare; e un vel di polve giace
Sovra i telai deserti;
E s'abbarbica ai muri un motto audace:
- O più giusto compenso, o braccia inerti. —

Osa e spera!... — Ogni macchina è sopita;
Ma i ben limati denti
Che forse stritolâr più d'una vita,
Digrignan gl'ingranaggi rilucenti.


Immobili le cinghie, un giorno sciolte
Ad incessante giro,
Cupamente ristanno, al par di scôlte
In vedetta, così, senza respiro.


Tutto è spento: cilindri e morse e spole:
Non fuoco a la fucina,
Non acqua a le caldaie. — E splende il Sole
Con baleno irrisor, su l'officina;


Ma per gli androni bui, sotto le vôlte
Striscian fantasmi oscuri.
Strisciano larve di minaccia avvolte
Lungo il viscido e freddo orror de' muri: