Pagina:Negri - Tempeste.djvu/108




Pel labbro mio che beve le dolci aure serene,
Pel vigoroso sangue che m'arde ne le vene,
Pel bacio e pel desir,
Pel folle riso ingenuo che scopre i bianchi denti,
Per quest' intima forza che m'anima ai possenti
Sogni de l'avvenir,


Per tutto ciò che nasce, per tutto ciò che spera,
Che fra le nubi e l'alme solleva una bandiera,
Che ride a un ideal,
Che su la terra come foco d'incendio splende,
Che pugna e che trionfa, si spegne e si raccende,
Fato, mi vo' immortal!


Alla salute, ai muscoli, ai sensi, a l'opre umane,
Ai cerebri assetati di verità sovrane,
Ai più felici amor,
A le madri che allattano, ai padri affaticati,
A le cittadi, ai monti, ai boschi, ai solchi, ai prati,
Al buon frumento d'ôr,