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:: | Stella mattutina | 89 |
bassa voce, al buio, nel tepore delle coltri comuni!...
Ogni giovedì ed ogni domenica, dalle dieci a mezzogiorno, ella si ritrova al capezzale dell’inferma, nella corsia Santa Caterina. Ma, ecco: la verità è questa: se non fosse il veder la mamma con quell’affanno nel respiro, quella tossetta grassa, quegli zigomi che sembrano carboni ardenti, ella troverebbe bellissimo l’ospedale.
Tutto le è fraterno là dentro: la lucente frescura dei corridoi, il bianco inesorabile delle pareti e dei letti, le vetrate che sembran squarci di cielo; e quell’odor misto di disinfettanti e di decotto d’orzo, e quelle suorette in cuffia alata e scarpe di feltro, silenziose come la pietà; e quelle solide infermiere dal fazzoletto candido, incrociato sulla tunica a quadretti bianchi e blù.
V’è un ritmo d’ordine, anche nei malati. Più che di soffrire, han l’aria di riposare.
V’è una bellezza: pacata: piena di solennità.
Dalla bocca febbricitante, ma serena, di Vittoria (attenta intorno a sè e curiosa della vita