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:: | Stella mattutina | 85 |
terpretazione più vivente e più casta. Quel che il suo spirito non comprende, le è dalla musica fatto chiaro. Ella ne rimane spesso atterrata, nella dolcezza dell’estasi mistica. La poesia, così cantata a piena orchestra, agisce su di lei come un tempo le visioni celesti sulle sante, che ne cadevano in rapimento. Il maestro se ne avvede: ne stupisce: l’osserva: senza mostrarlo, la predilige sulle altre.
Un giorno, a tu per tu nell’aula rimasta deserta (illuminata ancor l’aria dal canto della divina foresta spessa e viva) le dice, accarezzandole paternamente i capelli castagni, la spalla gracile:
— Come sei pallida!... Ti fa così male la poesia?... Se ti fa così male vuol dir che l’ami troppo. C’è tanta inquietudine anche ne’ tuoi componimenti... Soffrirai, soffrirai, bambina mia.
Il maestro scherza, senza dubbio. A lei, che assapora la sensazione d’esser tutta vuotata del sangue, sembra che egli pronunci una bestemmia. Soffrire?... A quella sofferenza ch’è amore ed eccesso di vita, ella non vorrà mai rinunziare: del resto, si domanda se, a un certo punto di