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84 | Stella mattutina | :: |
giovanissimo, dalla nativa Trieste in Lombardia, per odio contro l’Austria e per passione di libertà. Il suo nome è Paolo Tedeschi.
Fu già negli ordini religiosi, e si spretò per prender moglie. Rude talvolta, di una battagliera probità: ingiusto mai. Un viso di condottiero antico, sbozzato nella pietra a colpi d’accetta e acre di bitorzoli: spalle da lottatore, bellissime mani da vescovo. Insegna con fervore, con lentezza appassionata; e mentre insegna ha sempre l’aria di studiare e di imparare anche lui. Ma nell’«ora di Dante» non fa che leggere; e legge come si prega.
Mai, fin che avrà vita, la figlia di Vittoria dimenticherà quella voce e quelle letture. Voce ricca di tonalità profonde, che non mangia una sillaba, non tradisce un accento, sale, scende, penetra, con un silenzio o con una vibrazione rivela tesori nascosti; e giunge a sembrar parte carnale del verso.
Tanto può la voce dell’uomo?... Le Cantiche sono in tal modo offerte alla fanciulla, nè meglio potrebbero esserlo: senza commenti, nude, nell’in-