Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
82 | Stella mattutina | :: |
la madre alle fatiche solite, la figlia ai soliti studii.
Ai canti dell’operaia Vittoria scanditi sul respiro dei telai giù nella fabbrica, rispondono dalle stanzette verso il giardino del palazzo di via Roma i canti di Omero. La fanciulla è finalmente penetrata, sangue ed anima, nella Poesia.
Molta carta stampata divorò sin dall’infanzia; ma non era Poesia. Molte pagine di versi studiò alla scuola; ma ancora non li sentiva come Poesia.
Adesso vede: adesso comprende: tutto è trasfigurato.
I venti azzurri dell’Odissea, portanti dal largo echi di cori eroici: la bellezza di Elena, sola femmina nel mondo fra gli uomini e la morte: l’irruente cavalcata notturna degli endecasillabi dei Sepolcri, e sovra tutto certe immobili e portentose serenità del Leopardi la mantengono in quello stato di grazia, di dolcezza gaudiosa che prima le fu rivelato dall’ascoltare, attraverso l’invisibile e l’inafferrabile, il fluire del tempo.