Pagina:Negri - Stella mattutina, Mondadori, 1921.djvu/86

80 Stella mattutina ::

novità, ella s’addormenta d’un sonno che non è il suo solito: d’un sonno tormentato, rotto da soprassalti.

E verso l’alba fa un sogno.

Ha un bambino accanto a sè: in una culla: tutto nudo, che vagisce. Sa che è suo. Come l’ha avuto?... e da chi?... e quando?... Non ricorda nulla. Nella carne, si sente intatta e sigillata: un frutto verde. Eppure il bambino è lì, che si lamenta, stringendo i pugnetti; e il padrone è lui. Ella non potrà, non dovrà più fare altro che cullarlo, nutrirlo, servirlo, allevarlo. Un’implorazione piena di dolore trema in quel vagito che fende l’ombra e trapassa i muri.

— Io non volevo venire al mondo — pare che gema — guardate come son misero. Siete voi che mi avete chiamato; e adesso, adesso come si fa?...

Per calmarlo, se lo prende in braccio. Ma non sa tenere in braccio un bambino da poco nato. Quelle membra le sembran di vetro, le fan quasi ribrezzo: teme di lasciarlo cadere, e