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78 | Stella mattutina | :: |
L’ingegner Giraldi mi prende come giovine di studio, a cominciare dal venturo mese. Due franchi al giorno... Non vi sarà da scialarla. Daria lavora da sarta. Poi verrà il bambino, e chi vivrà vedrà...
Il bambino!... Figlio di due fanciulli: proprio un bambino vivo, di carne e d’ossa, che strilla e vuole il latte, che cresce e bisogna allevare, quasi avesse padre e madre sul serio.
— Che hai fatto, Nani?... Non hai pensato...
— A cosa?... Sei carina, tu. C’è da morir dal ridere. Tu non capisci nulla. Tu sei Dinin, che impara tutta la sua lezione e crede che la vita si viva tirando tutte le somme sino all’ultimo centesimo. Sei un ritratto in cornice... Ma hai torto marcio. La vita è ben altra cosa, ben altra cosa, Dinin.
Uno strappone agli omeri, un bacio più con i denti che con le labbra, una piroetta, una sghignazzata fra il «te l’ho fatta» e il «me ne infischio»; e via a rompicollo.
Ella rimane, con la testa confusa e pesante, a raccogliere i libri per le lezioni. Gran diffe-