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:: | Stella mattutina | 75 |
resta che Pedrotto: un ragazzino di undici anni, con un visuccio del quale non si vedono che le larghe orecchie ad ansa e gli umili occhi di cane. È senza mamma: suo padre ha ripreso moglie, e, pur di averlo lontano, si accontenta di pagar la retta mensile, senza badare ad altro.
La zia non può vivere senza Pedrotto: se l’è messo persino a dormire in camera, per non lasciarlo solo.
Ma un giorno il maestro è portato in barella alla casa d’angolo di via delle Orfane. L’han raccolto sulla strada provinciale, con una spalla e una mascella sfracellate dal tram a vapore. Non si sa se cadde, o se si buttò sotto per volontà di morire. Il tram non lo ha ammazzato subito; ma lo ha ridotto in fin di vita.
Non v’è da piangere. Certe morti hanno la necessità senza remissione dell’ora che scocca. L’uomo era già finito. Bene è che muoia.
Sul guanciale, la sua testa fasciata di garze sanguinolenti è tranquillissima, con il lungo e stretto naso a lama nel mezzo del volto, pro-