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72 | Stella mattutina | :: |
La chiama, dentro di sè, «la strada dei morti»; ma non ne ha paura: da quando vide la nonna sul suo letto di serenità, i morti son per lei più calmi e più benevoli dei viventi.
In fondo, forma angolo con un vicolo: sudicio, oscuro: gli ha messo nome «il ladro», perchè le sembra un ladro in agguato. Proprio su quell’angolo sta la casa dello zio, maestro di scuola.
Dinin non ha mai potuto sopportare lo speciale odore di quella casa. Odor misto d’inchiostro e di muffa, di ossame marcio, di vecchi cenci e di rifritto andato a male: che sta fra la pensione a buon mercato e la scuoletta di carità.
Pure, lo zio è persona istruita e con una cert’aria d’autorità nel secco modo di parlare, nel piccolo corpo diritto, nel lungo naso tagliente. E la zia ha l’aspetto d’una badessa tisica, sempre striminzita in un abito nero che il tempo ha reso lustro e verdiccio, con penduli orecchini di mosaico raffiguranti due colonne tronche, spillone di mosaico raffigurante il Pantheon.
Sotto il peso delle colonne tronche e del