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50 | Stella mattutina | :: |
braccio sotto braccio, se ne vanno alla benedizione, nella vicina chiesa di Santa Maria del Carmine.
Dolci lumi, dolce sentore d’incenso, fiori di carta e sospiri d’organo: piccola gente ignota, tutta buona mentre sta pregando: delizia del torpore mistico, litanie gravi modulate in coro, certezza di Dio padre, serenità!...
Poi, sempre a braccetto, si dirigono verso i bastioni, a mangiar due soldi d’anguria. Grande è il cielo sugli ippocastani. L’aria è tuttora così impregnata degli ultimi riflessi solari, che ogni volto splende di un color sanguigno; ma qualche stella già trema nell’azzurro. I carretti dei cocomerai offrono, sotto gli alberi, fra dondolare di allegri palloncini giapponesi, fantastiche lune rosse: «Fette di luna per un soldo, oh!... Chi vuol la luna, un soldo!...»
La genterella popolana si ammassa ai banchi, getta monete, getta frizzi, affonda il viso nella gelida polpa, se lo bagna nell’abbondante succo acquoso, con riso e ciance, motti e ritornelli. Mamma e figliuola sembran sorelle, nella gioia