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46 | Stella mattutina | :: |
Sole. Vanno a ballare — certe notti in cui Nani riesce a carpir la chiave di casa a insaputa dello zio — in un caffeuccio di studenti: bellissimi entrambi: lei con un viso ovale, bianco, di marmo, illuminato da immensi occhi azzurri a fior di testa, quasi privi di sopracciglia: lui sdutto, snodato, vero danzatore da palcoscenico, d’indiavolata agilità nel passo doppio di valzer, di resistenza senza pari nei vortici del galop: capaci di giungere alle quattro del mattino piroettando insieme senz’ombra di stanchezza.
— È proprio necessario far l’amore, Nani?... — gli chiede la sorella, che pur legge tanti libri, spalancandogli in faccia due occhi di torbida innocenza.
— Non son cose per te, Dinin!... — ride il giovane bizzarro. — Tu lavori, tu sei saggia, sei la vera figlia della mamma: non capiresti.
— Ma lo zio?... se lo venisse a saper lo zio?...
— Lascialo stare, lo zio. Lascialo bere!... Sapessi quanto beve!... Ha già il suo da fare a mettersi in cìmbalis, e rinfacciarmi allora con