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:: | Stella mattutina | 41 |
in silenzio, fra i parenti, un ragazzo di quindici anni, di bellezza femminea. È il primogenito dell’operaia Vittoria: che lo zio si prese con sè fin da bambino, per venire in aiuto alla sorella, quando rimase vedova, senza un soldo, sul lastrico.
Dinin lo vede poco. Ne ha, quasi, soggezione. Perchè è così bello?... Nè lei nè la madre son belle. Perchè non hanno mai giocato insieme?...
Sa che egli si crede disamato dalla mamma, mal tollerato dallo zio: ha l’intuizione ancor confusa di qualcosa d’ingiusto di cui ella non ha colpa, di cui nessuno ha colpa, fuor che la povertà. E ogni volta che lo vede cerca di sorridergli, di essergli molto dolce; e lo chiama Nani, per abbreviargli il troppo lungo nome; e si lascia, così per celia, abbrancar per le spalle da quelle mani che son viluppi di nervi; ma prova una pena, una pena...
Quel giorno, accanto al letto dove la nonna è distesa in pace, Nani sta, visibilmente, sulle spine. Una smorfia involontaria gli torce il labbro inferiore e i muscoli della mascella sinistra: gli