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38 | Stella mattutina | :: |
Eccola lì, che piange. Ma non si asciuga gli occhi. Lascia cader le lagrime, che tutte le vedano scorrere sulle ossute olivastre guance, lungo il mento eretto e convulso. Il suo pianto vuole essere un esempio: molte testoline, infatti, si curvano sui banchi, e scoppia qua e là qualche singhiozzo.
Ma la nipote della vecchia portinaia Peppina resta con gli occhi asciutti. Non riesce a provar dolore, perchè Giuseppe Garibaldi è morto. Giuseppe Garibaldi?... Lo vede chiomato di oro, ammantellato di vermiglio come negli innumerevoli ritratti, galoppante su un cavallo bianco in paesi a lei sconosciuti, e che mai, forse, conoscerà: oppure già vecchio, ma sempre cinto di oro e di vermiglio, in un’isola irta di rocce fra due azzurri.
Così lo vede. Di tale bellezza, che abbaglia.
Non è un uomo.
Non appartiene ai vivi: non appartiene ai morti. È un’immagine.
Piangere per lui non sa, non può. Tanto più che, trovandosi ella nel primo banco, vici-