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:: Stella mattutina 37

private a signorine di case patrizie, e in quella cerchia sa farsi rispettare e temere. Nella sua classe, quantunque ella non alzi mai la voce, la disciplina è assoluta; e non vi sono ripetenti, perchè il metodo è di tal perfezione che non permette di fallire agli esami. Certamente sarà nominata direttrice.

Fra Giovanna Santafè e le allieve la distanza è incommensurabile. Il suo naso rincagnato sembra diritto, tanto il portamento della sua testa è rigido. Ma, per clemenza di Dio, un debole ce l’ha anche lei. Non sa affrontare la prima canizie dei quarant’anni; e si tinge i capelli, con una tintura inchiostrosa e grassa, per cui qualche volta, sulle tempie, suda nero.

In una calda giornata di giugno, dopo un’assenza di dieci minuti in direzione, Giovanna Santafè si presenta innanzi alle scolare, con il viso, per la prima volta, scomposto. Sale in cattedra; e dice, solennemente, con voce che non sembra la sua:

— Giuseppe Garibaldi è morto.

Chi mai l’ha vista piangere, prima d’ora?...