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26 | Stella mattutina | :: |
delle finestre verso il giardino, la rauca voce della signora:
— Ehi, là, dico!... Non si toccano i fiori!... Guai a te se ti prendi un giglio!...
Non voleva toccare. Stava in adorazione, soltanto. Quella donna ha bestemmiato. Vi sarà sempre una ruvida voce che l’accuserà d’essere una ladra, ogni qual volta ella tenderà le braccia e l’anima verso la bellezza?... Amar la bellezza è un peccato?...
Vi è fra lei e la signora qualcosa d’inconciliabile, che più cresce con il crescer degli anni: inimicizia senza remissione, fra lei e tutti coloro i quali han bisogno di qualcuno che apra loro il cancello quando tornano a casa in carrozza, e non vogliono esser derubati dei fiori che rallegrano gli occhi di tutti.
Ma il giardino è ben suo quando nevica, e i cristalli delle finestre sono sbarrati, e nessuno arrischia fuori la punta del naso.