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14 | Stella mattutina | :: |
mona, disse la Diva, dal letto, allargando le braccia e dilatando le nari all’aroma del caffè — Peppina, ah!... finalmente sono contessa Barni!...
Fu lei che l’accompagnò nella villa gentilizia di Robecco sull’Oglio: infermiera vigile fino alla morte, nel tempo in cui l’insidioso male, non curato in principio nelle sue radici, doveva ucciderla in pienezza di rinomanza e di amore.
Dal suo letto di spasimi, tentava la cantatrice note filate, picchiettature e trilli:
— Peppina, la voce c’è ancora.
Sul punto di morire, mormorò al marito:
— Conte Barni, ti raccomando Peppina.
E la fedele seguace rimase a lui, come un lascito: assunse, umilmente, devotamente, la direzione della casa: vi allevò i propri figli, un maschio e una femmina: condivise la fortunosa sorte del padrone, finchè, lui spento, venne passata a un ramo secondario, e già imbastardito, della famiglia.
Nella portineria che rappresenta l’ultima tappa