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176 | Stella mattutina | :: |
montagne. Per essa il mondo consiste in quella pianura senza mutamento, intersegnata da fughe rettilinee di gelsi, da scorrer geometrico di fossi e di canali; e che pur si fonde con la trasparenza dell’aria e con l’arco sublime del cielo in una bellezza nella quale tutto si placa.
Se al proprio spirito ella dovesse dare una forma, sarebbe tale e non altra.
A pochi passi dalla casa colonica, il lezzo d’un letamaio le ferisce le nari, le penetra nella gola e nello stomaco, con violenza d’acredine sensuale; ma non l’urta: anzi, le piace, come un forte liquore. Le sembra che il respirarlo a lungo la renderà ubbriaca; ma nel medesimo tempo la guarirà.
Anche l’aia le piace, ben battuta, con il portico ingombro di carri e d’attrezzi rurali, con un fico nano abbarbicato all’angolo di levante, e all’ingiro i colmi fienili e più in là le stalle: anche la cucina, con il basso focolare e i piatti a fiori smaglianti nelle rastrelliere, e molte panche torno torno, come all’osteria: sulle quali si mangia con la ciotola in mano.